PROVA ALIMENTATORI PC  IN PARALLELO

Utilizzando alimentatori di computer, anche di scarto, è possibile realizzare ottimi alimentatori per gli apparati radio
Le modifiche da effettuare sono state  illustrate nell'articolo ALIMENTATORI PC MODIFICA.
Si ottengono facilmente correnti di 15 o 20 Ampere, mentre è più difficile ottenere correnti maggiori.
Sorge allora l'idea di collegarne due, o più, in parallelo, per ottenere correnti di 30, 40  Ampere o  più.
La prima cosa da mettere in evidenza è che non accade  nessun inconveniente  se si collegano due alimentatori in parallelo. I diodi raddrizzatori impediscono alla corrente di un alimentatore di passare nell'altro. Anche con un solo alimentatore acceso e l'altro spento non succede nulla di anomalo, c'è solo da osservare che le ventole funzionano sempre tutte e due.
Ci sono invece delle difficoltà da superare per ottenere la massima corrente, nel tentativo di avvicinarsi  alla somma delle due correnti massime.
Analizziamo le difficoltà supponendo che ciascuno dei due alimentatori possa erogare 20A e al disopra si blocchi.

Dopo aver effettuata la suggerita modifica degli alimentatori PC  la loro stabilità è eccezionale: solo un centinaio di millivolt di caduta di tensione alla corrente massima erogabile, ma proprio queste elevate prestazioni determinano maggiori difficoltà quando se ne mettono due in parallelo.

1) Se una tensione supera l'altra, ad esempio di 200mV o più, solo  il generatore di tensione maggiore (fig.1) eroga corrente. Il risultato è che superata la corente massima si blocca. A questo punto il secondo generatore comincia a dare corrente e poi si blocca anche lui!
(Le tensioni si intendono misurate prima del collegamento in parallelo, ma possono essere misurate anche dopo, spegnendone uno dei due sia con l'interruttore, se previsto, sia aprendo il contatto del Power On , quello con il filo verde).

fig.1  Se una tensione è maggiore solo quel generatore eroga corrente.


2) Se le due tensioni sono uguali (entro qualche diecina di mV), tutti e due gli alimentatori forniscono corrente ma anche in questo caso non è detto che le due correnti siano uguali. Vi è sempre una caduta di tensione, per quanto piccola, al crescere della corrente (fig.2).  Se queste due cadute sono diverse le correnti fornite saranno diverse, per cui quando un alimentatore raggiungerà 20A l'altro ne darà, per esempio, solo 10 e il massimo raggiungibile è  solo 30A. Ad ogni modo è già  un passo avanti!


fig.2 Anche se si rendono uguali le due tensioni, le due correnti possono essere diverse.

Per ottenere i migliori risultati è indispensabile compiere delle  misure di corrente.
Per misurare le due correnti bisognerebbe mettere due Amperometri all'uscita di ciascuno degli alimentatori prima della congiunzione e lasciarli fissi. Se invece si usa un solo amperometro non si può mettere prima da una parte e poi dall'altra poiché le piccole resistenze degli amperometri alterano tutto.
 
Io, non avendo due amperometri, ho usato un millivoltometro e ho realizzato due shunt con  spezzoni di filo, quello giallo o arancione degli alimentatori (ogni shunt è costituito da tre fili di lunghezza 20cm.) Si tratta di pochi milliOhm modificabili secondo le proprie necessità, l'essenziale è che siano uguali!
Gli shunt vanno inseriti tra i punti B-C e B-D (fig3). Con un deviatore si misura l'una o l'altra delle due correnti. E' ragionevole pensare che la commutazione non alteri minimamente il circuito!

fig.3 Come misurare le due correnti con un solo millivoltometro

Una volta realizzato il sistema di misura si può regolare la tensione di uno degli alimentatori in modo che si abbiano correnti uguali quando esse raggiungono i  valori elevati. In questo modo ci si può avvicinare facilmente a 20A+20A.
La regolazione della tensione è molto critica e va effettuata con pazienza. Di questo si parlerà più avanti!
Con tale regolazione le tensioni iniziali non saranno più perfettamente uguali e quindi si avrà che per basse correnti erogherà un solo alimentatore e per correnti elevate funzioneranno tutti e due, ma ciò non determina grossi inconvenieti.
ATTENZIONE: Se l'alimentatore usa l'integrato SG6105  è necessario modificare le protezioni per i 5V, i 3.3V e per le tensioni negative(NPV) altrimenti  l'alimentatore si spegne.

La criticità di questi alimentatori, quando si mettono in parallelo, è dovuta, in fin dei conti, alla loro troppa "perfezione"! Se con 20A danno una caduta di 100mV significa che si possono schematizzare come un generatore ideale con in serie una resistenza di solo 5 milliOhm.
Rendiamoli allora "meno perfetti" mettendo in serie una resistenza da 5 o 10 milliOhm.  Cadranno su di essa altri 100 o 200mV (è sempre qualcosa di sopportabile!) ma le correnti si ditribuiranno in maniera molto più equilibrata (fig.4).

fig.4  Inserendo due piccolissime resistenze le due correnti risulteranno maggiormente bilanciate, e quindi si potrà raggiungere un valore maggiore.

Le resistenze di così basso valore (e che devono dissipare 4W) si possono  realizzare anche mediante dei pezzi di filo di rame. Ad esempio un filo di rame di 50cm e un diametro di 1mm ha proprio la resistenza di 10 milliOhm.
 OHM-Calcolo resistenza dei conduttori

  In figura 5  vengono usati semplicemente i fili che escono dai 12V (quelli gialli) per realizzare le due resistenze di bilanciamento e che possono essere usate simultaneamente come shunt amperometrici.
prendendone, ad esempio, tre (o di più se sono sottili) si possono ottenere, con una trentina di cm, circa 4 milliOhm. Se si vuole mettere una resistenza maggiore basta prenderli più lunghi.



fig.5 Le due resistenze per bilanciare le correnti possono essere costituite dai conduttori uscenti dall'alimentatore e servono anche come shunt per l'amperometro (è importante che siano della stessa lunghezza e della stessa sezione)

COME VARIARE LA TENSIONE  DELL'ALIMENTATORE


E' stato illustrato nella voce ALIMENTATORE PC MODIFICA come procedere per modificare la tensione e renderla stabile.
 
fig.6 modifica suggerita nella voce indicata.

fig.7 Altra modifica ivi descritta

Gli alimentatori così modificati hanno una stabilità molto elevata : qualche decimo di volt per correnti di 20 o 30 Ampere.
Per il nostro scopo conviene mettere un alimentatore a tensione fissa (ad esempio 13.5V) e rendere l'altro di pochissimo variabile intorno a tale valore, mettendo opportunamente resistenze in serie e in parallelo ad un potenziometro.


PROVE
Come si fa a provare un alimentatore da 40A?  Una soluzione semplice consiste nel metterci come carico un certo numero di  lampadine per  auto che assorbono intorno ai 4A, ma le lampade hanno il grave difetto che a freddo hanno una resistenza almeno cinque volte minore e quindi una corrente iniziale di oltre 20A.
Io ho utilizzato del comune filo di ferro stagnato che si trova nei negozi di ferramenta. Quello più comune ha un diametro di 0.7 mm e, prendendone 3m, presenta una resistenza di circa 1 Ohm.
Ne ho presi 4 metri ottenendo una resistenza di circa 1.3 Ohm. Collegando il filo all'alimentatore si ottiene una corrente intorno ai 10A. Poiché la potenza che si sviluppa in calore è superiore ai 100W, il filo si riscalda e la resistenza aumenta. Quindi la corrente diminuisce a poco a poco ma non scende al disotto dei 6A.  Se qualcuno possedesse del filo di costantana questo non succederebbe!
 Poiché 4 metri non si sa dove disporli e non si possono avvolgere su un supporto di plastica perché si riscalda parecchio, io non ho trovato di meglio che avvolgerli su un supporto di ..porcellana (una comune mattonella delle dimensioni 20cm x 10cm).
Ho provato a realizzare anche un altro carico che assorbisse 20A iniziali (12A finali) attorcigliando due fili da 4 metri ciacuna e avvolgendoli sulla medesima mattonella.
Alla fine ho realizzato due "mattonelle" da 20A e due da 10A e un carico varibile 0-8A fattto  con alcuni transistor di potenza, il cui schema e la cui foto compaiono in fig.8.

    
fig.8 carico per otenere correnti 
da 0 a oltre 50A e e sua realizzazione .... artigianale.


fig.9 Costruzione ... edilizia di una resistenza di circa1.3 Ohm capace di sopportare 10A.
 Con tale strumento è possibile valutare abbastanza accuratamente le  prestazioni degli alimentatori e fare le regolazioni.
 C'è  da raccomandare di effettuare le misure alle correnti elevate  per tempi  brevi, altrimenti qualche componente dell'alimentatore potrebbe cedere.

MISURE SPERIMENTALI
Mediante il dispositivo a... mattonelle, ho realizzato alcune misure:


fig 10 La tensione di un alimentatore modificato è estremamente costante se misurata direttamente sulla scheda, ma mostra una maggiore caduta se viene misurata sui contuttori esterni. L'alimentatore, classificato 450W , indicava 19A per i 12V ed ha fornito 28A prima che intervenisse la protezione.
Il grafico  in rosso è stato ottenuto utilizzando 5  conduttori gialli (e tutti i neri disponibili)  dell'alimentatore, tagliati a circa 30 cm  di lunghezza (sono piuttosto sottili per evidenti motivi economici). Conviene, quindi,  sostituire i conduttori con altri di sezione maggiore oppure usare le cadute secondo le indicazioni delle figure 4 e 5



fig.11 Con due alimentatori  si sono ottenuti più di 50 Ampere con una variazione di tensione di circa 350mV dovuta, in gran parte, ai  conduttori gialli di 30cm e di sezione piuttosto piccola. Tale caduta non si è voluta ridurre ulteriormente proprio per migliorare la distribuzione delle correnti.



fig.12 Il grafico indica le correnti erogate dai due alimentatori (uno da 450W e l'altro da 550W secondo la targhetta!). La tensione di uno è stata variata (di poco!)  in modo che dessero la stessa corrente intorno a 30A. Si nota che solo uno dei due dà corrente alli'inizio (cioè per basse correnti) mentre l'altro è praticamente bloccato (non dà neppure i 5 Volt) ma ciò non è sembrato produrre inconvenienti.

Osservando la fig.11 si nota che per per correnti basse uno dei due alimentatori non dà corrente, ciò è una logica conseguenza di quanto osservato in fig.1.
Ciò che invece desta un po' di perplessità è che scompaiono anche i 5 volt ( l'alimentatore è praticamente bloccato). Ciò è dovuto al fatto che il circuito comparatore riceve una tensione di feedback, dovuta all'altro alimentatore, maggiore del normale. Riduce allora la larghezza degli impulsi per far diminuire l'uscita, ma ciò non produce effetti. Riduce quindi la larghezza dei detti impulsi fino a zero (oltre non può andare!) e perciò scompaiono anche i 5 volt.
L'alimentatore non si spegne però (nel caso del SG6105 è necessario modificare le protezioni!) e quando la tensione di uscita scende un pò, ritorna a funzionare regolarmente.
Inserendo un diodo all'uscita di ogni alimentatore questo inconveniente si eliminerebbe, ed anche ogni ventola girerebbe solo con il proprio alimentatore in funzione.
Tuttavia l'inserimento di un un diodo produrrebbe sia una ulteriore caduta di tensione sia un riscaldamento con l'ulteriore necessità di un dissipatore.
La mia sperimentazione sembra provare che di tale diodo se ne possa fare a meno.
L'esigenza di tale diodo viene in genere dettata dalla considerazione che, in due generatori in parallelo, quello di tensione minore possa costituire un corto cicuito per l'altro. Ma nel nostro caso ciò è scongiurato dai diodi raddrizzatori presenti nei singoli alimentatori. Perciò non c'è nessuna necessità di aggiungere altri diodi!

INSERIMENTO SPIE
Un monitoraggio mediante spie luminose è molto utile.
Delle spie dovrebbero indicarci se  gli alimentatori sono in funzione. Da notare che il movimento delle ventole non implica il regolare funzionamento poiché, essendo le uscite collegate in parallelo, tutte e due girano anche se  è attivo uno solo degli alimentatori. Analogamente dei led collegati all'uscita non raggiungerebbero lo scopo.




fig.13 Il primo led è sempre acceso, il secondo solo se l'alimentatore è attivo.

La cosa migliore è collegare un  LED (mediante una opportuna resistenza)  sulla tensione di 5Volt (filo rosso) che quindi si accende solo se l'alimentatore è in funzione.
Conviene mettere anche un led collegato ai 5V di servizio per non avere dubbi sullo stato di accenzione o spegnimento.


fig 14 Questa è la foto dei due alimentatori  durante la sperimentazione. Si notano i due shunt amperometrici (di colore arancione).
In basso si intravede l'amplificatore SLA300 che richiede oltre 30A per funzionare. Adoperando un solo alimentatore si sentiva una forte vibrazione nei picchi di modulazione e talvota si bloccava, con due non si avverte più nulla e posso tranquillamente spingere anche al massimo della potenza.

ALTRE MISURE

Il grafico di figura 12 mi ha indotto ad ulteriori indagini. Ho scoperto un fatto banale ma importantissimo: i cinque conduttori gialli di 30cm erano di sezione molto diversa. Non ci avevo fatto troppo caso! Ma questa differenza è la causa di quello strano funzionamento.
Apparentemente i conduttori  sembravano uguali, ma osservandoli con una lente ho visto che da una parte c'era scritto AWG18 e da una'altra parte AWG20.
Ricercando su internet  ho visto che le rispettive sezioni sono 0.82mmq  e 0.51mmq.  Quindi le rispettive resitenze sono quasi una doppia dell'altra.
Stavo pensando di dissaldare quei fili e sostituirli con altri sicuramente uguali, ma poi ho pensato di utilizzare tre fili in un alimentatore e cinque nell'atro. In tal modo le resistenze diventano quasi uguali.
Ho reso poi le tensioni dei due alimentatori il più possibile uguali ed ecco i risultati:


fig.15 risultato finale : con 50A una caduta di solo 200milliVolt.



fig.16 Le distribuzioni delle correnti non presentano anomalie. Le due tensioni sono state regolate allo stesso valore in assenza di carico. (i grafici sono un po' idealizzati a causa delle difficoltà di misura)

Per  tarare i due alimentatori alla stessa tensione ho usato un piccolo artificio: mi sono affidato ai due  Led spia  messi tra i 5Volt (filo rosso ) e la massa con una resistenza di un centinaio di ohm.
Senza assorbire corrente (con il solo carico delle ventole) se le tensioni di uscita sono un po' diverse, l'alimentatore di tensione minore si blocca, non cè più tensione  sui 5Volt e il LED  si spegne.
Tale fenomeno si può sfruttare per tarare le tensioni iniziali con precisione: bisogna variare lentamente una delle due tensioni in modo che tutti e due i Led si accendano! (fig.17)
La regolazione è molto critica e temevo che non si conservasse nel tempo. Ho notato invece che anche dopo qualche giorno i due Led  hanno continuato ad accendersi entrambi.


fig.17  realizzazione finale : 13.8V a 0A, 13.6V a 50A.  I due LED verdi accesi, con corrente vicino allo zero,, indicano la perfetta uguagianza delle tensioni. Per i fili neri sono utilizzati tutti quelli possibili.



CONCLUSIONE
Si possono trarre alcune conclusioni dalle sperimentazioni.
1) Non è necessario mettere alcun diodo all'uscita dei singoli alimentatori. Concettualmente, in due alimentatori in parallelo  quello di tensione minore costituirebbe un cortocircuito per l'altro. Ma qui ci sono i diodi raddrizatori  che impediscono il passaggio della corrente.
2)La perfetta ugualianza delle due tensioni si può ottenere con due led collegati ai 5 Volt (filo rosso).
3) La distribuzione delle correnti dipende quasi esclusivamente dai conduttori che vanno dalla scheda interna al punto di unione delle due tensioni. I cavi devono essere tassativamente della stessa lunghezza e della stessa sezione.
Ciò, col senno di poi, si sarebbe potuto dedurre ragionando sulla schematizzazione seguente:

fig.18 R1 e R2 sono le resistenze dei conduttori  che dalla scheda interna vanno all'esterno. E' molto importante che siano uguali.

I due generatori, supposti avere forze elettromotrici uguali,  hanno resistenza interna molto piccola. Le resistenze dei conduttori (R1 e R2)) sono dello stesso ordine di grandezza  e perciò è molto importante che siano uguali. (si trascurano le resistenze dei fili neri conservati in gran numero). Aumentando un po' le resistenze migliora l'uguaglianza delle due correnti. Nel caso di alimentatori di potenza diversa si potrebbe giocare sui valori di R1 e R2 per avere la desiderata suddivisione delle correnti

4) Si può pensare che si potrebbero mettere in parallelo anche 4 o 5  alimentatori, ottenendo facilmente un centinaio di ampere, ammesso che ciò ci serva!

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