MODIFICA
ALIMENTATORI PC (Gruppo Sperimentatori Frosinone)
Molti dei nostri apparati richiedono una
alimentazione a 12V. Tale valore è stato scelto dai
costruttori
per renderne possibile l'uso anche in auto con la batteria del veicolo
ma è evidente che lavorando in casa abbiamo bisogno di un
buon
alimentatore che ci fornisca la tensione necessaria.
Il costo di tali
dispositivi, tenendo
conto che devono fornire almeno una ventina di Ampere, non è
del
tutto indifferente, ragione per cui abbiamo dedicato alcune delle
nostre serate in sezione alla modifica degli alimentatori per computer
che si possono trovare a prezzi molto bassi o addirittura nulli.
Abbiamo ottenuto
risultati molto
interessanti che vogliamo mettere a disposizione di tutti.
Piero, IK0SPX ci ha
portato un bel
mucchio di tali alimentatori provenienti, come scarti, dall'azienda
familiare. Non andavano bene per i computer chissà per quali
motivi, ma per i nostri scopi quasi tutti funzionavano egregiamente.
Uno
sguardo ai concetti
Questo è un esempio di schema di
un alimentatore per
PC.
http://www.pavouk.org/hw/atxps.png
Le variazioni di schema
nei diversi
alimentatori sono molte, però per ciò che a noi
interessa
sono praticamente tutti uguali. Il cuore della regolazione è
solitamente costituito da un integrato a 16 piedini TL494 o KA7500 o
sigle equivalenti.
In alimentatori
più recenti
abbiamo incontrato un integrato a 20 piedini SG6105. Le considerazioni
che seguiranno varranno sia per l'uno sia per l'altro.
Nell'integrato
TL494 è il piedino
1 quello su cui
dobbiamo appuntare la nostra attenzione.
Se si guarda il datasheet dell'integrato si
vede che il
piedino 1 è l'ingresso non invertente di un operazionale e
il
piedino 2 è l'ingresso invertente. Sul piedino 2 viene
applicata
una tensione molto stabile (in genere 2.5V ottenuta con un partitore
dai 5V presenti sul piedino 14 ). Dalla tensione d'uscita , mediante un
altro partitore, si ottiene un'altra tensione di 2,5V che viene
applicata sul piedino 1 e confrontata continuamente con quella sul pin
2 in modo da prendere gli opportuni provvedimenti nel caso in cui
differiscano.
Se viene utilizzato l'integrato SG6105 il
pin su cui si
applica la tensione da controllare è il 17 ( IN ). La
tensione
di riferimento (fissa del valore 2.5V ) è interna.
Il problema è che in un
alimentatore per computer ci
sono parecchie tensioni che sono tutte suscettibili di variazioni,
quale controllare? I progettisti si sono preoccupati di controllare
soprattutto le tensioni di 5V e 12V che sono le più
importanti.
Osserviamo il partitore formato da R25,
R26,R20,R21. I valori
sono stati calcolati in modo tale che applicando su R25 la tensione di
12V e su R26 quella di 5V si abbia sul piedino 1 la tensione di 2.5V.
Il sistema è un compromesso,
poiché le
variazioni di una tensione si ripercuotono pure sull'altra.
Ciò
va bene nei computer ma non per noi che vogliamo adoperare l'uscita a
12 Volt per i nostri apparecchi.
Ci sono tre problemi :
1) La tensione presente sull'uscita 12V
è generalmente
intorno a 11V (per i computer va ugualmente bene!), noi preferiremmo
qualcosa intorno ai 13V.
2) La tensione non è stabile.
Quando si assorbe
corrente dai 12V la tensione scende su tale uscita ma resta quasi
stabile sui 5V. Sul piedino 1 si ha un valore inferiore a 2.5V. Il
sistema allora reagisce allungando il tempo di conduzione degli
switches, il che fa crescere le tensioni in uscita in modo da riportare
la tensione sul piedino 1 a 2.5V. La tensione sui 5V , che non era
diminuita, crescerà un bel pò, e
perciò sui 12 V
non si raggiungerà il valore iniziale. Al
crescere della corrente
assorbita,
quindi, i 12V diminuiscono e i
5V crescono. (Succede il
contrario se si assorbe corrente dai 5V)
3).
Poiché la tensione sui 5V sale al crescere della corrente
assorbita, succederà facilmente che oltrepassi il limite
superiore in cui agisce qualche protezione che blocca l'alimentatore.
Ciò limita la corrente a un valore inferiore a quello che si
potrebbe avere.
Per ovviare ad alcuni di questi problemi
qualcuno ha pensato
di mettere all'uscita dei 5V una resistenza di pochi Ohm che assorba
alcuni Ampere (con una potenza di dissipazione adeguata). Non
è una bella soluzione però risolve in parte il
problema
1) , poiché fa salire un pò la tensione dei 12V.
Risolve
in parte anche il problema 3) poiché non fa cresere troppo
la
tensione dei 5V evitando il blocco. Tuttavia la sbabilizzazione non
sarà elevata (non è risolto il problema 2) e la
corrente
erogata non sarà la massima, anche perché una
parte della
potenza la trasformiamo in calore.
Ci si deve decidere a fare qualche piccola
modifica sul
circuito!
Si possono risolvere
completamente i
primi due problemi facendo in modo che sia solo l'uscita dei 12V ad
esercitare il feedback.
E' sufficiente
dissaldare le due
resistenze R25 e R26 e mettere al loro posto una sola resistenza
collegata ai 12V. Essa deve essere scelta
di valore tale
da avere sul piedino 1 ugualmente la tensione di 2.5V.
Il valore necessario si
può anche
calcolare, ma forse è preferibile procedere per tentativi
partendo da un valore prossimo alla metà della resistenza
maggiore. In tal modo si avrà una uscita intorno ai 10 Volt.
Aumentando tale
resistenza l'uscita
salirà, viceversa diminuirà.
Con tale modifica
possiamo avere il
valore di tensione che più ci piace, per esempio 13.8V , e
la stabilitàottenuta è eccezionale. In un esemplare
assorbendo 20A la
tensione è diminuita di solo 0.1Volt.
Qui viene indicata un'altra modifica che concettualmente è la
stessa cosa, ma che può essere più comoda per
avere
una tensione variabile, inoltre è anche più semplice da realizzare.
Altra modifica di
un alimentatore PC
Dissaldare l'estremo della resistenza che va ai 5V, inserire una
resistenza variabile da 100k o addirittura da 500k, se necessario, e
collegarla ai 12V.
Variando tale resistenza si avrà una variazione di uscita tra circa 6V
e 15V (protezioni permettendo!), dipendente naturalmente dal
particolare circuito.
Se per errore si lasciasse scollegata la resistenza, si avrebbe in
uscita, con i valori in fig.7, una tensione :
Vuscita=(27+3.9)/3.9*2.5V=19.8V. Valore eccessivo che probabilmente
farebbe
intervenire la protezione, ma che comunque non farebbe scoppiare subito
i condensatori elettrolitici che in genere sono dimensionati per 16V.
Per avere una regolazione molto precisa (per esempio quando si mettono
due alimentatori in parallelo) conviene usare un potenziometro
multigiri. Non
possedendo un potenziometro multigiri se ne può usare uno
normale di 50k o addirittura 10k con in serie una resistenza fissa
adeguata (da trovare per tentativi).
Tale poteziometro può essere
portato all'esterno fissandolo
in un punto opportuno della scatola.
Se il potenziometro adoperato produce tensioni troppo elevate conviene porre una resistenza in parallelo ad esso.
Naturalmete è possibile anche mettere una resisenza fissa al posto del potenziometro.
ATTENZIONE:
Il discorso precedente va bene solo nel caso in cui non intervenga la
protezione per tensione troppo elevata sui 5V. Ma ciò,
purtroppo
accade facilmente, poiché fissando l'uscita 12 V a circa
13.5V
l'altra uscita si porta verso i 6V e assorbendo corrente ben presto li
supera. Verso i 6.5V generalmente agisce la protezione. Esamineremo in
seguito come risolvere il problema con il SG6105 e con TL494.
Lavoro
pratico
Abbiamo incontrato, su
qualche scheda,
una grossa difficoltà a localizzare le resistenze che ci
interessavano. Esse erano state dislocate in punti molto distanti tra
di loro, e cercando di seguire le piste sottili e tortuose anche i
nostri segugi più bravi finivano per disorientarsi!
In tal caso ci si deve
affidare al
tester:
Mettere un puntale sul
piedino 1
(piedino 17 per SG6105) e con l'altro andare a cercare le tre
resistenze collegate a tale piedino. Con un po' di pazienza si trovano!
Segnarle con un pennarello e poi andare a vedere quale è
collegata ai 12V, quale ai 5V e quale a massa (quest'ultima
è
spesso costituita da due resistenze in parallelo).
Risolvere
il problema
del blocco
Occorre
risolvere il problema del blocco dovuto all'amento dei 5V al crescere
della corrente assorbita sui 12V.
Con
SG6105.
Questo
integrato ha dei pin che controllano singolarmente
le tre tensioni 12V, 5V e 3.3V. Se vanno al di fuori degli intervalli
prefissati, l'alimentatore si blocca.
Abbiamo
costatato che la tensione dei 3.3V non pone generalmente problemi. I
limiti dei 12V
normalmente neppure preoccupano. Occorre pensare solo ai 5V che sono
controllati dal piedino 3. La soluzione è semplicissima:
applicare al piedino 3 la tensione 5V (costante) presente sul piedino
20.
Per questo è sufficiente
interrompere, con un
taglierino la pista vicino al piedino 3 e unire con un pezzettino di
filo i piedini 3 e 20 (senza sbagliarsi a contare!).
A questo punto la tensione dei 5V
può variare quanto
vuole, a noi non interessa più. Possiamo assorbire la
corrente
massima indicata sulla targa ed anche di più! In un
esemplare
con potenza indicata di 450W abbiamo ottenuto oltre 20A , in uno da
550W circa 38A con variazione della tensione di pochi decimi di volt!
Con
TL494. Con questo integrato il
discorso è
un po' più confuso! I metodi adottati per proteggersi dalle
tensioni troppo elevate differiscono in ogni alimentatore e quindi
è difficile indicare un rimedio generale.
In qualche caso la protezione o non esiste
affatto o ha un
soglia elevata per cui non c'è bisogno di fare nulla. In
altri
casi casi interviene molto presto e quindi è indispensabile
porvi rimedio. Usando un alimentatore modificato a 13.5V è
stato
possibile utilizzarlo con un apparato da 100W senza nessun problema.
Abbiamo provato una soluzione che ci sembra
poter funzionare
in generale. Poiché sembra non esistere una protezione
Under-Voltage per i 5V, abbiamo provato ad eliminare completamente i
5V. Per far ciò si può tagliare qualche pista o
recidere
con tronchese il centrale dei diodi o togliere completamente i diodi
raddrizzatori dei 5V. Questo naturalmente dopo aver fatto le modifiche
sul feedback illustrate precedentemente.
Disturbi.
Gli switches sono degli interruttori
che si aprono e si chiudono, si avranno quindi delle brusche variazioni
di corrente assorbita dalla rete e cioè equivale a un
segnale
con tante armoniche che si propagano sulla rete elettrica. La nostra
antenna, ed anche quella di qualcun altro che sta nelle vicinanze,
riceve tutte queste frequenze e la ricezione di segnali deboli
può diventare impossibile. Se si guarda lo schema di un
alimentatore si vedono parecchie induttanze e capacità
all'ingresso della rete elettrica. Tutto ciò costituisce un
filtro che impedisce alle armoniche prodotte di andare verso la rete.
Purtroppo in molti alimentatori economici di questi filtri non ce ne
è neppure l'ombra! Ci sono generalmente solo i disegni dei
componenti. Due sono le cose: o prima di fare le modifiche si guarda se
ci sono i filtri , oppure dopo aver ottenuto risultati soddisfacenti si
montano i componenti per il filtraggio (prendendoli eventualmente da
altri alimentatori fuori uso). Dalla parte dei 12 Volt normalmente non
escono disturbi. Se il filtraggio è ben realizzato non si
hanno
assolutamente disturbi nel ricevitore!
Ulteriori
sperimentazioni In qualche alimentatore con
SG6105 abbiamo incontrato
difficoltà anche con la tensione di 3.3V. A questo
si
è posto rimedio ingannando l'integrato anche per tale
tensione,
dandogli la tensione da lui desiderata ricavandola dai 5V del
piedino 20 mediante un partitore.
Anche qui bisogna prima scollegare il
piedino2 dal resto del
circuito con un piccolo taglio su una pista del circuito stampato.
(Più comodo del taglio può essere la rimozione,
dopo
averla individuata, di una resistenza che collega il piedino ai 3.3V) .
Dal momento che ci si trova conviene
eliminare anche il
controllo sulla tensione negativa. Questo è semplice . Basta
mettere a massa il piedino 6 (NVP).
Dopo aver sistemato tutte queste cose si
può rimanere
delusi perché non si raggiunge il valore di corrente scritto
sulla targhetta dell'alimentatore. Ad esempio ci può essere
scritto 20A ma se ne raggiunono solo 16.
Prima di
tutto non bisogna fidarsi molto di quello che c'è scritto
sui
prodotti provenienti chissà da dove, poi cercare di
capire
cos'altro si può fare!
Ultima modifica un
pò rischiosa! C'è
un'altra protezione ( e non è l'ultima!) per SG6105 da
esaminare: OPP (ower power protection). Quando la potenza
complessiva aumenta, la tensione sul
punto A
(anche se non è molto chiaro perché ) aumenta
anch'essa e allorché la tensione sul piedino OPP
supera
2.1V, interviene la protezione. Notare che la tensione su OPP
è
applicata mediante il partitore R2,R1 e quindi noi
possiamo
intervenire su tale partitore per aumentare la potenza
e
quindi la corrente massima. Possiamo mettere una resistenza di valore
opportuno in parallelo a R1 per diminuire la tensione sul
piedino
considerato. Bisogna essere molto prudenti perché diminuendo
anche di poco il valore della resistenza R1 il valore della corrente
massima aumenta parecchio e.... qualche componente va in fumo
,
anzi si brucia immediatamente e il
fumo neppure lo
vediamo. Per variare di poco R1 si può mettere in parallelo
ad
essa una resistenza 10 volte maggiore (in pratica si mette tale
resistenza tra il piedino 4 e la massa). Poi i più temerari
possono scendere di valore ma senza esagerare. Si può fare
anche
il contrario: mettere al posto di R1 una resistenza maggiore per
limitare molto la corrente massima, ma ciò forse interessa
di
meno!
I componenti che si possono bruciare
facilmente sono i due
transistor di potenza (gli interruttori) ma anche i diodi
raddrizzatori. I diodi utilizzati per i 12V normalmente non superano
una corrente di 16A (in molti casi 12), interrogando i
relativi
data sheet, tuttavia nei nostri esperimenti hanno sopportato anche 40A
senza inconvenienti. Naturalmente tali valori sono stati forniti per
tempi molto brevi. Se si volessero valori elevati per tempi lunghi
bisognerebbe sostituire tali componenti o metterne due in
parallelo, cosa facilmente attuabile.
I transistor si sono invece bruciati
più di una volta.
Non è difficile sostituirli. Basta un tester per vedere se
sono
andati all'altro mondo, chi lavora un pò con i transistor sa
bene come fare! Bisogna avere altri alimentatori da cui prendere i
ricambi, cercando i migliori se si riesce a leggerne le sigle oppure
andando per... selezione naturale!
Anche i diodi che raddrizzano la tensione di
rete potrebbero
bruciarsi, ma a noi non è successo. Poi bisogna anche
considerare che le spire del trasformatore non hanno una sezione molto
grande e quindi si surriscaldano per correnti elevate.
Elencati tutti questi inconvenienti per le
correnti elevate,
possiamo però osservare che se noi usiamo l'alimentatore per
un
trasmettitore SSB le correnti elevate si assorbono solo in certi
istanti e quindi possono essere sopportate correnti
maggiori di quelle che si potrebbero avere in regime continuo.
Fatte tutte le modifiche di cui sopra si
potrebbe pensare a
togliere anhe tutti i componenti non più necessari
relativi alle altre tensioni. C'è solo un altro controllo da
prendere in considerazione: UVAC(pin 5), ma chi fosse
interessato
si può leggere il data sheet dell'integrato!