Nella
nostra sezione di Frosinone giaceva inerte da una decina di anni un
vecchio trasmettitore, il BC 610 che si faceva ammirare per
le
sue dimensioni e per il suo peso.
L'apparecchio
era stato
donato alla sezione da un OM di Roma, Remo I0PYQ, il quale lo
aveva usato nel passato ma poi lo teneva, a causa del suo
ingombro,
parcheggiato nella cantina.
Da alcuni anni serpeggiava il pensiero di rimetterlo in funzione
ma mai si era passati all'azione.
Nel
mese di Ottobre scorso, dopo che la sezione aveva deliberato un
mercoledì sera di apertura, un gruppo di tre persone abbiamo rotto gli
indugi e ci siamo messi all'opera.
Il lavoro ci ha impegnato per
circa tre mesi ma alla fine il risultato ci ha ricompensato della
fatica: il BC610 ha fatto sentire di nuovo la sua voce nello
spazio e noi abbiamo imparato molto su come si costruivano le radio nel
passato.
Ci ha anche aiutato durante questo periodo la visita di vari
soci che ci hanno incoraggiato nel lavoro.
Si descrivono qui alcune delle difficoltà che si sono dovute superare
per il ripristino dell'apparato.
BC
614 E
Poiché
l'apparato dispone di un preamplificatore microfonico pensiamo
di incominciare il restauro da tale unità ritenendo
ottimisticamente che sia un lavoro semplice.
Tale unità, come tutto il complesso, lavora a 115
Volt. Dovrebbe essere sufficiente utilizzare un piccolo
variac dato il
modesto assorbimento di corrente previsto, utilizzando l'accorgimento,
come tutti suggeriscono per le vecchie apparecchiature, di partire da
una tensione più bassa di quella nominale per non stressare i
condensatori elettrolitici inattivi da alcuni decenni.
Preparato
l'occorrente, accendiamo con trepidazione l'interruttore ed ecco che i
filamenti delle valvole cominciano ad accendersi.
Tutto sembra andare bene e poniamo mano al tester per misurare le
tensioni più significative.
Ma ecco che improvvisamente le luci della stanza si spengono e si
accende la luce di emergenza.
É chiaro che è scattato l'interruttore differenziale.
Nel
cerchio i due condensatori sostituiti per primi, poi tutti gli altri
Dopo
esserci accertati che non ci fosse qualche banale contatto
verso
massa, l'unica spiegazione era la perdita di isolamento dei
condensatori C101 o C121.
Provvisoriamente li abbiamo
eliminati poiché essi servono unicamente a ridurre i disturbi che
circolano sulla rete e quindi nelle prove se ne può fare a meno.
Evitato il blackout andiamo a misurare le tensioni continue. Delusione!
Poco più di una decina di Volt dei circa 260 previsti.
La colpa si attribuisce, naturalmente, ai condensatori elettrolitici
C108 C109.
Li scolleghiamo mettendo al loro posto dei minuscoli 8uF 400V (presi
dalla alimentazione delle lampade a basso consumo!).
Dopo la sostituzione si hanno solo alcuni volt in più.
Sembra
evidente, allora, che la valvola rettificatrice non faccia il suo
dovere, ma ciò potrebbe imputarsi anche all'insufficiente riscaldamento
del filamento. Portiamo la tensione di alimentazione vicino al valore
nominale, ma la situazione non cambia. Allora sfiliamo la
raddrizzatrice dallo zoccolo e al suo posto mettiamo due diodi 1N4007,
ottenendo tutta la tensione continua prevista, anzi pure un po'
eccessiva. Mettiamo, per scrupolo, in serie ai diodi delle resistenze
da 220 ohm.
Le tensioni negli stadi successivi sono però ancora
troppo basse! Dobbiamo sostituire anche gli altri elettrolitici sulla
alimentazione cioè C111, C112, C113, C115.
A questo punto le tensioni di alimentazione sono abbastanza accettabili.
Colleghiamo un generatore di bassa frequenza all'ingresso ed osserviamo
con l'oscilloscopio.
L' amplificazione è scarsa e le forme d'onda distorte.
Dopo
diverse misure sui piedini delle valvole, effettuate con il tester,
siamo arrivati alla conclusione che tutti i condensatori a carta (
C102, C103, C105, C106) erano in perdita. Ciò alterava completamente la
polarizzazione delle valvole.
Schema elettrico del
preamplificatore microfonico BC614E
Li abbiamo sostituiti con condensatori
di recupero cercando quelli che si intonassero maggiormente, anche per
il colore, con tutto l'insieme.
Alla fine di tutte queste
sostituzioni abbiamo potuto ammirare sul secondario del trasformatore
di uscita una bella sinusoide di circa 30V di ampiezza (su un carico di
500 ohm) quindi circa 2W. (Il manuale del BC610 prevede 17V).
Campo di battaglia in
sezione
Tutto questo grosso apparecchio per soli 2 Watt? Sì, ma siamo nel 1943!
Inoltre di più non serviva per pilotare il BC610.
L'ingresso
è previsto per microfono a carbone (J102), che noi non intendiamo
utilizzare, e per microfono dinamico ad alta impedenza
(sulla presa
So101).
Avendo
a disposizione solo microfoni dinamici a 600 ohm di impedenza abbiamo
messo un condensatore da 10nF in parallelo alla resistenza R102
ottenendo così la giusta amplificazione.
Purtroppo non siamo
riusciti a trovare una spina compatibile con la presa SO102
per cui
abbiamo dovuto mettere al suo posto una presa ordinaria con quattro
piedini ma conservando l'originale all'interno dell'apparecchio
(abbiamo preferito ciò invece di fare un foro nel pannello!).
Cercando
di far funzionare il Sidetone abbiamo osservato che anche C118 e C119
erano da sostituire. In particolare C119 determinava una corrente
eccessiva in V108 la qual cosa faceva abbassare la tensione tra R126 e
R127.
In seguito, quando abbiamo unito questa unità al BC610, c'è
stato ancora un intervento dell'interruttore
differenziale.
Questa volta abbiamo individuato subito come responsabile il
condensatore C126.
In conclusione tutti i condensatori a carta erano
in perdita. Fa meraviglia che ciò sia successo in una apparecchiatura
militare. Però c'è da considerare che dopo settanta e più anni anche i
componenti giudicati della migliore qualità non si sa mai che sorprese
possano riservare.
BC
610 E
Messo a punto il BC614 (il pezzo
più semplice che però ci ha richiesto molto più tempo di quanto
pensassimo) siamo passati alla parte principale.
Abbiamo effettuato
la prima operazione indispensabile: con aspirapolvere e pennello
abbiamo rimosso polvere e ragnatele decennali.
Occorreva poi una
fonte di energia a 117V. Il presidente possedeva un
autotrasformatore da 1500W, ce lo ha messo a disposizione. Va bene ma
sarebbe preferibile qualcosa in più.
Abbiamo guardato se si
notassero parti visibilmente rovinate, ma a parte fili un po'
deteriorati, parti metalliche arrugginite e componenti
invecchiati non abbiamo trovato nulla di evidente.
Naturalmente abbiamo scartabellato molti dei documentti che si potevano
rinvenire su internet: Schema
elettrico BC610E Schema
elettrico BC610E con messa in evidenza dei diversi.. piani!
(i colori sono stati aggiunti da noi!) Manuale TM11 281
del 1943 Manuale
TM11 4057 del 1945 Manuale TM11 826
del 1952
Dopo aver letto
che l'interruttore principale accende solo i filamenti delle valvole e
fornisce la tensione negativa (il BIAS), abbiamo
regolato la tensione intorno a 100V ed abbiamo alzato trepidanti la
levetta.
Azionato il primo interruttore si è
accesa la spia
e all'interno i filamenti delle valvole. Il voltometro a destra indica
la tensione per i filamenti (5 Volt).
Inizialmente l'indice non si muoveva. Un ragnetto
vi aveva fatto la sua ragnatela
I filamenti delle valvole a poco a poco si sono arrossati e la finale
RF
e le due finali audio hanno incominciato ad illuminare tutto
l'apparecchio. Qualche filamento non si vedeva, però toccando la
valvola
si sentiva il calore. Tutto OK
Incoraggiati dal risultato, dopo aver meditato a lungo sulle istruzioni
(in inglese!) siamo passati ai passi successivi.
La figura seguente è molto utile per capire le alimentazioni.
Schema della
alimentazione del BC610E. Vi sono ben 6 trasformatori
Accendendo
l'interruttore principale (SW1) vengono collegati i trasformatori T1,
T2,T3 , T4 ( e la luce verde LM3). Questi quattro
trasformatori
accendono tutti i filamenti e producono la tensione negativa per le
polarizzazioni (circa 360V)
Un
secondo interruttore (sw3) inserisce il trasformatore T5 che fornisce
la
tensione di circa 400V per l'eccitatore. L'eccitatore è formato
da una valvola(6V6) che fa oscillare un quarzo oppure un oscillatore
variabile, da una una valvola (6L6) che normalmente duplica la
frequenza, e da uno stadio, chiamato amplificatore intermedio, formato
da due 807 in parallelo, che amplifica notevolmente il segnale per
poter pilotare sufficientemente la finale RF.
Uno strumento sul pannello frontale permette di misurare mediante un
commutatore il livello del segnale nei diversi punti.
Abbiamo
fatto tutte le manovre per ottenere una frequenza intorno a 7
Mhz, dopodiché abbiamo azionato l'interruttore e siamo andati
a
misurare. Del segnale neanche l'ombra!
Con il tester, allora, abbiamo misurato la tensione in qualche punto
accessibile: zero Volt.
Chiaro,è la stessa situazione del preamplificatore, la raddrizzatrice
fuori uso!
Questa volta non abbiamo perso tempo, due diodi messi direttamente
sullo zoccolo, al posto della valvola, e siamo andati avanti.
Le
tensioni misurate sono quindi risultate buone e lo strumento del
pannello ha
accusato la presenza dell'oscillazione che però non
veniva
amplificata negli stadi successivi.
A questo punto siamo andati a
misurare le tensioni negative, cioè quelle che servono per la
polarizzazione. Erano lontanissime da quelle previste.
Osservando bene abbiamo trovato una resistenza variabile la R11 un po'
rovinata.
Tale
resistenza è una resistenza a filo della potenza di ben 100W avvolta su
un cilindro ceramico con un valore indicato di 2500 ohm. Un
anello scorrevole funziona da cursore.
L'abbiamo smontata e
osservata. Il filo, divenuto fragile, era rotto in diversi punti.
Impossibile ripararla ed impossibile procurarsene una simile.
A destra in basso la
resistenza da 100W con presa variabile e sua sostituzione provvisoria.
In alto a sinistra il relè con il
contatto incerto.
Allora
abbiamo rovistato tutti i nostri cassetti alla ricerca di resistenze di
una certa potenza con i più svariati valori. Ne abbiamo messe insieme
una ventina, in serie e in parallelo, fino ad ottenere il giusto valore
e la giusta tensione nella presa intermedia (circa -110V). Alla fine ci
siamo
riusciti. Una prima realizzazione molto rustica e poi un secondo
esemplare più elegante realizzato con resistenze provenienti dai
cassetti miracolosi di Bruno.
Fatto questo lo strumento ha incominciato ad indicare i giusti valori
di segnale previsti nei diversi punti.
Con
una terza levetta (sw4) si inserisce una resistenza di protezione prima
di
passare all'operazione finale. Questa cosa è estremamente utile perché
evita correnti troppo elevate durante la regolazione impedendo
risultati disastrosi.
L'ultimo
interruttore (sw6) dà tensione al primario del trasformatore che
alimenta lo stadio di potenza: 2600 Volt, da trattare con un po' di..
rispetto!
L'interruttore non collega direttamente il trasformatore,
ma lo fa mediante un relè(RY1), inoltre sono previsti vari pulsanti che
inibiscono il funzionamento se tutti gli sportelli non sono chiusi.
I
primi tentativi sono andati a vuoto e siamo dovuti andare a trovare
quale pulsante non funzionava. Alla fine la luce rossa si è accesa.
Ci
sono due valvole distinte per raddrizzare le due tensioni da 2600V, ci
aspettavamo che pure esse fossero difettose, invece hanno funzionato
perfettamente. L'amperometro che indica la corrente della valvola
finale ha iniziato a dare i giust valori. Il più era fatto!
Delle
difficoltà ci sono state nell'adattamento dell'antenna allo stadio
finale. Sul trasmettitore c'è una scatola che funziona da accordatore,
ma non è quello ufficiale illustrato nei manuali del BC610.
Contrariamente
a tutto il resto questo è stato costruito in Italia (o per lo meno
etichettato in italia, non c'è nessuna sigla americana). Sembra
realizzato
piuttosto bene ma non abbiamo trovato nessuna informazione in
merito. Osservandone i componenti ed anche uno schemino contenuto
all'interno ci siamo fatti una idea del suo funzionamento.
Ci siamo resi conto, però, che si accordano
facilmente carichi di
impedenza elevata ma non antenne sui 50 Ohm.
Vista
posteriore.Le valvole finali emettono parecchia luce. E' visibile il
Balun e la scatola celeste contenente il relè di antenna
Abbiamo provato allora con un balun 4:1 con buoni risultati ma sarà
opportuno studiare ancora meglio le soluzioni.
Alla
fine abbiamo fatte le prove … senza rete, togliendo la resistenza di
protezione. É venuta fuori una portante intorno ai 300 Watt sul carico
da 50 ohm. Quindi il vecchio leone ...ruggisce ancora!
Ne ha fatto
le spese il povero carico fittizio che, previsto per potenze di 500W ma
per brevi periodi, durante le prove è rimasto inserito per
una decina di minuti!
Abbiamo fatto prove con il tasto
telegrafico, pur non essendo provetti in telegrafia. La
conclusione è stata che se si usa l'oscillatore quarzato l'emissione è
buona, ma è assolutamente inaccettabile quando si
usa l'oscillatore
variabile, soprattutto sui 14Mhz!
Di quarzi noi ne avevamo tre, ma nessuno corrispondeva alle frequenze
radioamatoriali.
Abbiamo quindi pensato, come altri utilizzatori del BC610, di usare un
oscillatore esterno.
Inizialmente
abbiamo utilizzato il DDS da noi costruito, poi ci siamo indirizzati,
per maggiore comodità, sul DDS di nuova elettronica.
Abbiamo immesso
il segnale esterno sullo zoccolo del quarzo ma ci siamo resi conto che
occorre un segnale con ampiezza piuttosto elevata, circa 20Volt.
Realizzazione del
trasformatore. A destra racchiuso dentro un tubetto di plastica
Il
segnale del DDS è molto più basso e per raggiungere il valore
necessario abbiamo costruito un piccolo trasformatore
1:4 (su ferrite binoculare tipo BN 43). Col
DDS di Nuova Elettronica il risultato si è ottenuto solo con
l'amplificatore previsto per esso.
Si
può obiettare che con il trasformatore l'impedenza del generatore
arriva
sugli 800 Ohm. Ma non ha importanza poiché il carico è semplicemente la
griglia della 6V6.
La frequenza del generatore deve essere impostata alla metà del valore
previsto, poiché c'è lo stadio duplicatore. Quindi per uscire a 14.200
Mhz si imposta 7.100 Mhz.
Con l'uso del DDS la frequenza può essere messa su qualsiasi valore e,
naturalmente, è precisa e stabile!
L'uso
di un DDS stride un po' con la natura di questo apparato ma bisogna
rassegnarsi a questo compromesso se vogliamo che esso possa far sentire
la sua voce, senza complessi di inferiorità, in mezzo ai moderni
apparati. Diversamente bisognerebbe far costruire appositamente dei
quarzi per le frequenze desiderate, con una spesa notevole!
MODULAZIONE
AM
Sistemato il trasmettitore per lavorare in CW, restava da provare la
trasmissione in fonia, naturalmente in AM.
La modulazione in AM viene ottenuta variando la tensione di
alimentazione della valvola finale.
Ciò
si ottiene mettendo in serie al generatore da 2000V il secondario di un
robusto amplificatore audio. In tal modo la tensione varia, ad esempio,
tra 1000V e 3000V.
La potenza dell'amplificatore audio è dello stesso ordine di grandezza
della potenza a Radiofrequenza, quindi intorno ai 300W.
Per
provare il funzionamento in AM abbiamo effettuate le necessarie
commutazioni, abbiamo collegato il preamplificatore con un cavo
multipolare appositamente realizzato e collegato un microfono al
preamplificatore.
Per osservare il risultato abbiamo acceso un ricevitore nelle vicinanze.
Tutto è sembrato funzionare al primo colpo!
La voce non era bellissima ma accettabile. Ma dopo un po' la
modulazione ha iniziato a singhiozzare e a scomparire.
É stato necessario capire maggiormente cosa succede quando si
passa da CW ad AM.
In
CW il secondario del trasformatore audio viene cortocircuitato mediante
un relè e le due valvole finali dell'amplificatore BF vengono inibite
con una tensione negativa di ben 360V sulle griglie.
In AM viene rimosso il cortocircuito e sulle griglie viene applicata,
mediante un altro contatto dello stesso relè, una tensione di circa
-50V.
Quest'ultima
tensione è regolabile, mediante un grosso potenziometro, in modo che
nelle valvole finali scorra, a riposo, una corrente di 40 mA. La
corrente deve salire a circa 200 mA nei picchi di modulazione. Tutto
ciò è misurabile con uno strumento posto al centro del BC614.
Ciò
che si osservava era che dopo un po' la corrente di riposo cominciava a
diminuire e a variare irregolarmente e di conseguenza la
modulazione diventava di pessima qualità.
Dopo varie osservazioni ed
ipotesi abbiamo ritenuto, anche se con qualche dubbio, che il difetto
fosse da attribuire al contatto del relè RY3 (figura qui sotto).
Schema semplificato della
tensioni negative per le polarizzazioni. In rosso dove si è dovuto
lavorare
Infatti
osservando lo schema si vede che la R34 (da 25000 ohm) applica alle
griglie la tensione di -360V bloccando completamente la corrente.
Quando il contatto si chiude la tensione assume un valore molto vicino
a -50V.
Nel nostro caso tale contatto evidentemente era incerto.
Il
lavoro doveva essere semplicissimo, ma intorno al BC 610 noi
eravamo
come dei veterinari che curano un elefante! Pesa oltre un quintale e
mezzo e
non si può
certo rigirare come si vuole! Abbiamo tentato di smontare i diversi
piani, ma abbiamo desistito.
Per
riparare il difetto siamo stati
costretti (alla nostra età!) a fare un bel po' di contorsioni. Abbiamo
tolto le viti di fissaggio del relè ma abbiamo preferito non
smontare
i fili di collegamento.
Introducendo le braccia dentro il mobile e inginocchiati abbiamo
cercato di ripulire il
contatto con cartavetrata sottile e altri artifici.
L'intervento, nonostante tutto, è riuscito e la corrente non si è più
mossa dopo la regolazione.
La
modulazione a questo punto era del tutto accettabile, ma
l'orecchio
avvertiva ancora una certa raucedine (non attribuibile alle corde
vocali del
parlatore!). Lavorando sui 14Mhz il fenomeno peggiorava, si trattava
evidentemente di rientro di radiofrequenza sul microfono.
Per provare
abbiamo registrato qualcosa su uno smartphone e abbiamo applicato il
segnale direttamente senza microfono. La ricezione era
perfetta.
Abbiamo
allora messo all'interno del preamplificatore una induttanza di circa
3mH sulla strada del segnale, con una capacità di 10 nF verso massa e
il mal funzionamento è praticamente scomparso.
Ma non del tutto. Il
microfono era un microfono per la comune amplificazione e il suo cavo
lasciava molto a desiderare. Abbiamo allora preso un
microfono
dinamico di un apparato radio e lo abbiamo adattato.
A questo punto l'emissione se non era perfetta poco ci mancava!!
ULTIME OPERAZIONI
Per usare l'apparato in un QSO bisognava abbinarlo ad un ricevitore
...della sua stessa età!
Abbiamo trovato un BC342.
Leggendo
i manuali (e chiedendo a qualcuno che li ha usati) si è visto che
questi apparati
normalmente usavano due antenne, una per la trasmissione e una per la
ricezione.
Noi abbiamo preferito usare un'unica antenna e perciò
abbiamo dovuto usare un commutatore d'antenna, realizzato
artigianalmente,
pilotato dalla stessa tensione che aziona i relè RY1 e RY3
(il quale toglie
il corto sull'uscita RF durante la trasmissione). La tensione
di 115V l'abbiamo prelevata sulla moesettiera TS4.
Abbiamo infine sistemato il PTT che deve fare due operazioni:
1)
azionare il relè per l'alimentazione dello stadio finale (con
conseguente apertura del corto sull'uscita e,nel nostro caso,
commutazione dell'antenna)
2) Chiusura del contatto che abilita lo stadio oscillatore, ma solo in
AM (in CW lo fa invece il tasto!)
Per queste ultime operazioni abbiamo messo in funzione
l'unità JB70, sfruttando alcuni elementi ivi contenuti.
La
JB70 è una scatola chiamata Junction Box, contenente molte manopole e
levette, che serviva per molte cose: comandare il gruppo elettrogeno,
controllare le batterie, commutare due ricevitori, collegare un
telefono ecc.
Questa scatola avevamo pensato di non prenderla
in considerazione ma poi, visto che ci semplificava la
gestione
del PTT l'abbiamo ripresa, anche perché in tal modo
migliorava la …
scenografia!
Per
chi si trovasse a fare un lavoro simile al nostro diciamo che la
Junction Box non è affatto necessaria ma anche del BC614, nel
caso non si possieda, se ne può fare a meno. In quest'ultimo caso basta
realizzare un piccolo amplificatore di pochi Watt, con l'accortezza di
mettere all'uscita un qualche trasformatore che innalzi la
tensione (sono previsti 17V su un carico di 500 Ohm).
A
questo punto abbiamo fatto alcune prove in aria con qualche OM chiamato
appositamente che ci ha confermato l'ottima emissione. Poi l'amico
Tonino ha operato in CW mostrandoci che il il segnale emesso
veniva ricevuto correttamente in un Revers Beacon dell' America (ad
un'ora in cui non arrivavano più stazioni dall'europa).
Un ultimo
problema è emerso. Durante la ricezione il segnale del DDS (o meglio la
sua seconda armonica) disturbava fortemente la ricezione. Abbiamo
dovuto provvedervi.
Non si poteva spegnere il DDS poiché il
dispositivo di Nuova Elettronica non ricorda la frequenza impostata.
Abbiamo notato, però, che spegnendo solamente il suo amplificatore il
disturbo scompariva. Abbiamo perciò provveduto, con un relè, a togliere
l'alimentazione al detto amplificatore durante la ricezione, risolvendo
il problema.
Gli ultimi lavori sono stati effettuati con un bel pò
di fretta, il che ha moltiplicato gli errori, poiché era stato promesso
di portare l'apparecchio a Piana delle Orme (presso Latina) in
occasione di una esposizione di apparecchi radio della seconda guerra
mondiale.
A PIANA DELLE ORME
Giovanni,
IZ0IWQ, si è presentato puntuale alle 9 davanti alla sezione con il suo
camion appositamente attrezzato. Con un carrello elettrico ha
trasportato il trasmettitore fino alla pedana elevatrice
e
i 170 chili del BC610 sono saliti sul camion in un attimo, risolvendo
d'incanto tutti i nostri problemi! Poi lo ha portato direttamente nella
zona della mostra a Piana delle Orme (Latina) dove lo ha posato con
altrettanta facilità.
Ringraziamo Giovanni, senza di lui non so come avremmo fatto!
Nella mostra c'erano diversi apparati antichi
dell'esercito curati dagli allievi della Scuola Trasmissioni
della
Cecchignola (Roma) ed apparecchi di molti espositori privati.
Per
tutta la giornata di sabato i due oggetti più ammirati sono stati una
macchina per cifratura ENIGMA e il nostro BC610E perfettamente
funzionante. Ce ne erano anche altri due (della collezione di Piana
delle Orme) ma non funzionanti. Alcuni ex militari si sono emozionati
rivedendo un amico della ..loro gioventù!
A
PIANA delle ORME (da destra): BC610E, Accordatore (?), BC614E, JP70,
BC342.
Sul preamplificatore il DDS e
un Rosmetro
Abbiamo steso una antenna
in maniera improvvisata ed abbiamo fatte alcune chiamate sulla
frequenza di 7.195 Mhz ottenendo ottimi rapporti. In particolare
Giorgio, IW0DQO, ha effettuato parecchi QSO anche utilizzando il
nominativo speciale II0RG.
Poiché la frequenza era estremamente
precisa e stabile è stato possibile effettuare qso anche con
OM che
lavoravano in SSB ( per la ricezione abbiamo usato un apparato moderno
in questo caso, anziché il BC342).
Insomma il BC 610 si è comportato come un apparato recente ma con i
suoi muscoli antichi. Forse però ha voluto strafare!
La
mattina seguente, appena acceso, ha accusato un malessere! Un
piccolo filo di fumo si è visto uscire dal suo interno. Lo abbiamo
dovuto lasciare spento in attesa di sottoporlo... a visita medica al
ritorno in sezione.
Anche spento ha suscitato ancora l'interesse, ma resta il mistero di
che cosa sia successo.
Chissà cosa avrà combinato durante la notte questo vecchietto di oltre
70 anni... sentendosi ritornato giovane!